Da qualche tempo si sente molto parlare di prodotti nanotecnologici per il trattamento delle superfici.
Il termine “nanotecnologia” indica genericamente la manipolazione della materia a livello atomico e molecolare dove l’unità di misura utilizzata è il nanometro (nm) corrispondente a un miliardesimo di metro (10-9, mediamente 10.000 volte più piccola del diametro di un capello). Oggi la nanotecnologia ha implicazioni in una varietà di campi che riguardano diverse attività umane, come la medicina, l’agricoltura, l’ingegneria e, appunto, l’industria chimica per l’edilizia.
Ma prodotti nanotecnologici per il trattamento delle superfici sono davvero efficaci o si tratta solo di una moda? Per i propri prodotti FILA utilizza “Fila Micrometrics Technology” che sfrutta lo studio e la ricerca di miscele di particelle aventi grandezza micrometrica (compresa tra 10-3 e 10-6 m; mediamente un decimo di un capello) e non, dunque, nanometrica. Una scelta consapevole e supportata da basi scientifiche solide. Ecco perchè:
1. Basso impatto ambientale e sicurezza per l’operatore ed il fruitore finale.
Nonostante i tanti vantaggi che l’utilizzo di nanoparticelle ha portato in molti ambiti, esse hanno innescato anche una serie di discussioni sulla loro tossicità e, di conseguenza, sul loro impatto sull’ambiente. E’ noto dalla ricerca che le nanoparticelle, grazie alla loro piccola dimensione, possono accedere a cellule e tessuti ed entrare quindi nel sangue e nel sistema nervoso centrale, inoltre le nanoparticelle ingegnerizzate sono generalmente rivestite chimicamente e ciò conferisce loro una potenziale pericolosità, soprattutto per gli esseri viventi. Al momento non sono ancora disponibili adeguate documentazioni e ricerche scienti dei sugli effetti di questi nanomateriali sull’ecosistema e il pubblico.
Le particelle micrometriche, invece, essendo 1000 volte più grandi, non possono entrare nei tessuti del corpo umano e, dunque, sotto questo punto di vista, sono totalmente sicure sia per chi applica il prodotto, sia per chi, poi, vive quotidianamente in un ambiente trattato con prodotti “Fila Micrometrics Technology”.
articolo di approfondimento sui pericoli e fattori di rischio delle nanotecnologie redatto dall’Università di Padova
2. Conoscenze verificate e stabili
La loro intrinseca piccola dimensione non solo rende le nanoparticelle più mobili, ma anche chimicamente più reattive e quindi potenzialmente più instabili e più difficili da manipolare. Attraverso la tecnologia micrometrica, invece, Fila è in grado di produrre formulati estremamente stabili e sui quali è possibile effettuare costantemente controlli per verificarne la costanza nel tempo.
3. Durevolezza e resistenza chimico-fisica
Questo punto si ricollega in parte a quello precedente, infatti, la microtecnologia si basa su conoscenze consolidate, frutto di ricerche scientifiche durate per decenni. Si tratta quindi di una tecnica adulta in grado di rispondere non solo in termini di efficacia ma anche in termini di durata nel tempo e di resistenza alle innumerevoli variabili che intervengono sui prodotti e sui materiali contribuendo al loro deterioramento.
4. Proporzioni coerenti con le dimensioni delle porosità dei materiali
La maggiore efficacia di un trattamento eseguito con un prodotto microtecnologico, rispetto ad uno nanotecnologico, dipende anche dal fatto che le porosità dei materiali quali pietre naturali, gres, cotto, ecc. presentano dimensioni aventi lo stesso ordine di grandezza del prodotto stesso.
Una risposta a “FILA Micrometrics Technology: tecnologia micrometrica e nanometrica a confronto”